Ottobre 2024
Referenza
Ci troviamo ad Asolo, uno dei borghi più belli d’Italia, ai piedi del piccolo centro storico incastonato tra le colline. Il fabbricato nasce nel sito in cui era presente una costruzione rurale di fine ‘800, a cui nel tempo furono addossati altri corpi di fabbrica con varie modifiche fino agli anni 1960. Il complesso venne adibito ad uso abitativo e agrituristico, collegato alle attività agricole svolte nel terreno di proprietà, con orto, vigneto e ulivi. La particolare e favorita posizione del sito, orientata a sud, dolcemente appoggiata alla collina e con la vista libera di spaziare verso valle, lo rese nel tempo un piacevole luogo di sosta e di accoglienza.
Vicissitudini familiari portarono alla cessione di parte della proprietà, comprendente il fabbricato adibito ad agriturismo ed il vigneto, lasciando intatto l’originario nucleo dell’abitazione di fine ‘800. Il nuovo proprietario scelse di valorizzare il fabbricato “storico” confinante attraverso il ripristino della sua condizione di “unicità tipologica”, e di costruire un nuovo edificio nel punto in cui la collina era stata scavata per ricavare i parcheggi per l’attività agrituristica, al fine di colmare il vuoto che si era creato sul pendio. La progettazione da parte degli architetti fu seguita passo a passo dalla Soprintendenza, visto il contesto gravato da numerosi vincoli paesaggistici, e rappresentò una sfida complessa per il confronto con un contesto molto tutelato, alla ricerca di un rapporto armonico con il paesaggio.
L’idea progettuale fu quella di suddividere l’edificio in tre parti, ben esplicitata dal prospetto sud tripartito, e rafforzata dal punto di vista materico e cromatico: la porzione est posta al di sopra dell’ingresso dell’autorimessa interrata, ricoperta dal rilevato collinare e con le pareti in intonaco grezzo, la porzione centrale che contiene gli elementi di collegamento verticale/orizzontale rivestita interamente in rame, e infine la zona ovest con un manto di copertura a tre falde in coppi rossi, e le pareti interamente vetrate verso la valle.
Il volume architettonico appare innestato per metà nella ricostituita pendenza collinare originaria, con il risultato di avere quasi per intero il fronte nord a ridosso della stessa, fino ad essere ricoperto dal terreno in corrispondenza della zona est. Le linee di livello originarie, ora ripristinate, si dipartono poi dal portico della zona ovest per ricollegarsi verso sud alla quota del vigneto attraverso una pendenza variabile determinata dalla scarpata curvilinea che delimita lo stesso. L’edificio risulta così incastonato nella collina, con le forme della copertura tripartita che accompagnano l’andamento arcuato del terreno, sia in pianta che in alzato.
In tutto il progetto, sia negli ambiti esterni che interni, si è cercato di trovare un equilibrio di trasparenze e volumi in grado di valorizzare il contesto in cui il fabbricato si inserisce. Sin dall’ingresso, vi è una continua sorpresa nella sequenza degli spazi, superfici e altezze che variano, pieni e vuoti che si alternano; la casa si rivela complessa ed essenziale nello stesso tempo. Gli ambienti risultano liberi da elementi superflui, la luce inonda le superfici dai toni naturali irrompendo attraverso le grandi vetrate poste lungo tutto il perimetro verso valle.
Il rapporto con il paesaggio esterno è il protagonista di questo progetto, l’assoluta trasparenza delle quinte vetrate perimetrali permette di vivere in modo diretto la natura rigogliosa che circonda il fabbricato, creando ad ogni ora del giorno uno scenario diverso e spettacolare. La luce del sole irradia l’edificio dalle prime ore del mattino fino al tramonto dietro le colline; all’interno le superfici materiche assorbono la luminosità dell’esterno, donando agli ambienti un’atmosfera calda e avvolgente.
Le diverse funzioni sono distribuite su tre livelli, il piano terra con la zona abitativa e di accoglienza, il piano interrato con l’ampia cantina al livello del vigneto, ed il primo piano/sottotetto con l’uscita diretta sul giardino pensile che costituisce parte della copertura dell’edificio. Nella grande cantina al piano interrato l’uscita diretta posta a sud sullo stesso livello del vigneto esistente consente di collegare l’interno con l’esterno sia per ciò che riguarda la relazione visuale, sia per le operazioni più prettamente agricole connesse alla coltivazione, manutenzione, raccolta e trattamento delle “uve glera” prodotte. Allo stesso livello è presente un giardino ipogeo posto sul fronte nord, con funzione di “pozzo di luce” per ambienti altrimenti ciechi perché ricavati a ridosso della collina.
Al piano primo/sottotetto, l’utilizzo del tetto verde in diretto rapporto con il ripristino dell’andamento collinare preesistente, mentre la corretta illuminazione ed aerazione degli spazi sottostanti verrà garantita da tre lucernari apribili circolari. Al piano terra, il rapporto diretto con il paesaggio esterno è garantito dalla presenza su tutto il perimetro di grandi vetrate dai profili minimali che assicurano la massima trasparenza e permeabilità con gli spazi interni. Gli spazi sono ampi e fluidi, con giochi di doppie altezze interne ed esterne che si adattano alla conformazione del terreno collinare. Ogni elemento di arredo è stato eseguito su disegno, con una ricerca sui materiali per personalizzare al massimo gli ambienti.